(Portrait - when I was younger)
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Se il diavolo separa - dia-ballein- il
simbolo invece congiunge -syn-ballein.
A tal proposito, pensando al tema degli opposti, vi
segnalo il mio articolo su
www.psychiatryonline.it http://www.psychiatryonline.it/node/5671
("Siamo voltafaccia o trasformativi?")
Maestra della separatio inconsapevole è questa società occidentale.
Esperta nella doppia morale, nel doppio legame,
diabolica.
Diavolo, etimologicamente, originariamente, significa proprio separare, mettere
in mezzo, creare una voragine, una frattura, una divisione...
Non ci si può stancare nel ripetere che dia-ballein non è un nome sufficientemente esaustivo per
un'energia così potente.
Forse il diavolo, così come è inteso comunemente, è in
se stesso energia riduttiva se, e sottolineo SE, viene considerato in maniera divisa dal
suo gemello: il simbolo.
Carl Gustav Jung ci suggerisce, attraverso la sua opera immensa, una visuale
alternativa al monotema. Ci ricorda, mettendo in luce psicologicamente l'opera
degli antichi alchimisti, che il Serpente Mercurio è filo conduttore della
Grande Opera.
Il simbolo alchemico del serpente Mercurio è
rappresentativo sia del diavolo, la separatio come Nigredo, la fase nota come opera al nero, e immagine della
morte come passaggio cosciente, sia del simbolo che vittorioso emerge
dall'alambicco, trasformato con impegno e lenta presa di coscienza. Nella
congiunzione il devastatore diventa il legame tra Sole e Luna, tra Re e Regina.
Tutta l'opera alchemica è un lavoro di coppia tra separazioni e congiunzioni.
Una coppia incestuosa di Re e Regina. Un fratello e una sorella. Una coppia
simbolica di elementi simili eppure diversissimi. Una coppia ferina di Leone e
Leonessa. E una coppia più elevata, divina, ovvero Marte e Venere. Un duo che
si divide, si riunisce, si mischia, si fa uno e uno due e col terzo elemento
mercuriale, il quale partecipa di entrambe le nature, diventa Rebis androgino, figlio lunare e solare, oro che non
appartiene al volgo per poi tornare a dividersi e ricominciare poiché il
procedimento parrebbe non avere mai fine.
Sempre
in cerca del tesoro, insomma. Un tesoro simbolico e tutto interiore che nelle
persone in cammino individuativo, in viaggio alla ricerca di se stesse, diventa
scoperta congiunta tra mondo interno ed esterno.
La coppia alchemica
si unisce grazie al principio fondamentale che è il Mercurio, ovvero l'elemento
androgino per eccellenza, formato da entrambi gli "opposti". Ma è
anche grazie a lui che la coppia in questione si separa, poiché questo
Mercurio ambivalente sembra essere sia benefico "mezzo della
congiunzione" sia velenoso e diabolico separatore. Diavolo e simbolo: ogni
aspetto del tutto è fondamentale. Non si dà l'uno senza l'altro e non si danno
unioni senza differenziazioni.
Oggi,
nel mondo contemporaneo, dove vediamo il Mercurio? Nella cultura popolare di
massa egli è degenerato ad avanspettacolo. Fuggito dall'alambicco del nostro
procedimento interiore, l'elemento androgino è scaduto a vale tutto nel
boudoir non complesso ma caotico del vivere quotidiano. Nei periodi di
decadenza degli imperi la figura dell'androgino nella veste di Ermafrodito
conobbe particolare fortuna. Sarà un caso? L'Occidente non mi sembra
"messo benissimo", per dirla ironicamente.
Poter
essere tutto scade inesorabilmente nell'essere nulla. Un connubio statico e
incestuoso nel quale non esiste differenziazione di opposti e quindi nessuna
congiunzione possibile. Commisti oppure
scissi ci lamentiamo delle gabbie che siamo noi stessi a costruire.
Estrovertire
la ricerca di una congiunzione psichica significa perdere i passaggi dell'opera
interiore concretizzando se stessi in azioni o meglio in agiti individuali
e collettivi. Significa danzare col diavolo. Solo introvertendo la ricerca,
restituendola alla prospettiva psichica e dall'interno comprendersi parte del
mondo fa sì che diventi possibile un confronto per il quale in ogni individuo
le "proporzioni" tra maschile e femminile, modalità dell'essere e del
conoscere, visuali e desideri, desideri e limiti si svelino come strettamente
individuali e in equilibrio dinamico nel rispetto della vita.
Con uno sguardo a:
- Camille Paglia, "Sexual Personae - arte e
decadenza da Nefertiti a Emily Dickinson"
- Helena Velena,
"Dal cybersex al transgender"
- Rosy Braidotti,
"Soggetto nomade - Femminismo e crisi della modernità"
Valeria Bianchi Mian
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