L'AQUILA E LA FANCIULLA, SIMBOLOGIA DI UNA FIABA | l'uccello regale che è in noi

Sulla mensola della libreria a casa dei miei genitori troneggiano i volumi dell'Enciclopedia dei ragazzi edita da Mondadori negli anni '40 del secolo scorso. Copertine rosse, sbocconcellate dal tempo, e l'odore speciale della carta "come una volta". 
Ho riletto a mio figlio una fiaba che mi era piaciuta molto quando l'avevo letta... da bambina. 

LA RAGAZZA AQUILA

Una mattina, la moglie di un pentolaio che viveva al villaggio si recò nel bosco per cercare l'argilla da portare al marito. Portò con sé, attaccata al collo, la propria bimba e - una volta giunta nel luogo idoneo per raccogliere l'argilla - la depositò sul prato.
Una grossa aquila affamata saltò addosso alla piccola e la condusse nel nido. La bimba non ebbe paura dell'uccello; rise, accarezzò le sue penne, stimolò la curiosità dell'aquila che decise di adottare la piccola. Cacciava per lei, la teneva al caldo tra le sue piume dentro il grande nido sulla cime dalla montagna, le insegnava ad arrampicarsi sulle rocce. 
Quando la bambina crebbe e diventò una fanciulla, l'animale cominciò a sorvolare il villaggio per rubare abiti e accessori degni della propria figlia adottiva. Si recò infine al castello e prese con sé, uno dopo l'altro, i meravigliosi abiti di sete e broccati della regina per vestire la sua creatura umana. 
La regina si arrabbiò molto e inviò il proprio figlio, un giovane principe cacciatore, a cercare l'aquila per ucciderla.
Il ragazzo si interrogò sulla causa di quei furti, era davvero curioso di capire come mai l'uccello si fosse comportato in quel modo. Vagò a lungo, cercò dappertutto, scalò le montagne e attraversò i boschi finché giunse al nido dell'aquila. Fu molto sorpreso nell'udire un canto dolcissimo e nello scoprire che quella voce apparteneva a una ragazza, una splendida creatura umana.
Lei raccontò al giovane la propria storia e lui ne fu commosso; la condusse immediatamente alla reggia per presentarla ai propri genitori. Il re ne fu entusiasta e acconsentì immediatamente alle nozze - poiché i due si erano innamorati a prima vista. La regina andò su tutte le furie e ordinò ai propri servitori di gettare la fanciulla nel fiume per annegarla. L'aquila, che stava volando in giro per comprendere che fine avesse fatto la propria protetta, udì le grida della giovane e si precipitò a salvarla, riportandola a palazzo tra le braccia dell'amato principe. 
Il re organizzò subito una bellissima festa di matrimonio e punì la regina ritirandosi egli stesso dal trono per lasciare il governo al figlio e alla nuova sovrana.

I due giovani, così lascia intendere questa fiaba, si innamorano subito. D'altronde, la fanciulla ha indubbiamente una vista da aquila. Istintivamente coglie il fulcro delle proprie emozioni colui o colei che conosce intimamente, in maniera vitale, il simbolo dell'aquila. L'aquila ci dice quando è il momento. Ci fa vedere il fulcro, il nesso, il punto. 

#aquila è uccello imperiale, è maschile e femminile, è immagine degli aspetti che regnano con acutezza e capacità dentro di noi. Essa rappresenta entrambi gli opposti perché possiede elementi sia femminili che maschili, sia solari (è capace, secondo alcuni miti, di rivolgersi al sole senza esserne ferita) che lunari. E' cara a Zeus ma anche a Giunone.

"Gli opposti", scrive Jung, "sono così generalmente diffusi nei testi (alchemici) che è superfluo citarne esempi dalle fonti. Vale invece la pena di esaminare un poco più a fondo la maniera in cui i testi trattano tali opposti. Con estrema frequenza l'opposizione maschile-femminile è personificata nelle figure del re e della regina (nel Rosarium philosophorum anche di imperatore e imperatrice), di servus (schiavo) o vir rubens (uomo rosso) e mulier candida (donna bianca). Nella Visione di Arisleo appare nelle vesti di Gabrico e Beia, rispettivamente figlio e figlia del re. Ugualmente frequenti sono i simboli teriomorfi. Aquila e rospo - "Aquila volans per aerem et bufo gradiens per terram" - dove l'aquila rappresenterebbe la Luna o Giunone, Venere, Beia che è fuggevole e alata, come l'aquila che vola sono alle nuvole e riceve i raggi del sole negli occhi."
C.G. Jung - Mysterium coniunctionis

Le aquile a volte vengono rappresentate doppie; sugli arcani maggiori dell'Imperatore e dell'Imperatrice sono presenti come elementi regali. L'aquila che solca il cielo e anche simbolo di Cristo.

Un saggio di Fiammetta Acernese analizza la fiaba tedesca dal punto di vista simbolico, soffermandosi sul rapimento della neonata da parte dell'animale e sull'accudimento - così come avvenne per la lupa romana nei confronti dei gemelli Romolo e Remo. 

Aspetti importanti di questa fiaba sono certamente quelli di relazione tra madre naturale (moglie del pentolaio, là dove la pentola-contenitore crea la vita, il cibo, la possibilità di essere) e madre adottiva (aquila come aspetto esperienziale ed educativo del materno); tra nuora e suocera (la regina che non rinuncia ai propri abiti); tra figlio e padre (concedente il passaggio di testimone). L'aquila si pone come elemento di congiunzione tra il maschile e il femminile, accompagnando la ragazza verso il proprio "matrimonio" (interiore e fiabesco).

Nei miti, l'aquila è cavalcatura divina che conduce alla vittoria, è uccello sempre pronto a intervenire al fianco del re degli dei (Zeus), è "incarnazione della gloria".

L'aquila ritorna in molte fiabe e leggende di tanti paesi, da Fedro al Nord, nelle fiabe russe e di volta in volta pone l'accento sulla forza e sulla spiritualità elevata, sull'educazione alla spiritualità.

LA FORZA DELL'AQUILA IN NOI

Tutte le volte che "cogliamo il senso". Le occasioni in cui spicchiamo il volo per liberarci di un peso. Quando scegliamo di migliorare noi stessi anziché "scendere a compromessi". Quando non ci accontentiamo e ci permettiamo di volare alto. Quando abbandoniamo il controllo e lasciamo che la nostra aquila ci protegga, ci guidi verso i nostri aspetti più spirituali.

La fiaba, con la sua saggezza a portata di mano, ci offre un'immagine da afferrare "al volo", da conoscere in noi stessi.

Illustrazione dall'Enciclopedia dei ragazzi, Mondadori

Commenti

  1. vieni e vola con Me sulle Mie ali di aquila. abbandonati interamente a Me che ti salvo nel momento opportuno, quello a te favorevole............per venire e volare con Me sulle Mie ali di aquila devi essere leggera

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