SPIRITI RIBELLI, CALZE LUNGHE E NAVI PIRATA | apologia dei monelli e delle Pippi

Il mio monello!



(Trasferimento articoli da Wordpress a Blogspot quasi completato!)

Comincio l'articolo con una postilla relativa all'articolo di qualche giorno fa, nel quale si parlava di Eleonora d'Aquitania. una vecchia conoscenza mi ha inviato il link del trailer del film: Richard The Lionheart, Rebellion - 2014, di Stefano Milla, girato in gran parte in Valle d'Aosta - film per il quale Agostino Porchietto, ovvero il mio amico, ha curato i costumi. Nel film si racconta in modo approfondito la fase finale della storia della Regina, dei suoi figli, della congiura contro Enrico...
Ecco il link, per tutti gli appassionati: http://youtu.be/-UOzN_klrUQ

Come abbiamo visto nell'articolo al quale ho accennato, alcune fanciulle, donne, regine sono giunte a noi come modelli di libertà e irrequietezza, ribellione alle regole misogine di un certo sistema, innovatrici. Nonostante la storia. Nonostante tutto.
Quali sono oggi le immagini del femminile che possono ispirare non solo le bambine e le ragazze ma anche l'Anima - che per Carl Gustav Jung è il femminile nella psiche dei maschi -  come spinta alla conservazione e allo sviluppo della vita? Quali sono i vostri esempi preferiti? Apriamo un dibattito, dai!

Me ne viene in mente subito uno, un bel modello di fanciulla davvero. 
Parlo di una certa bambina dai capelli rossi che tutte le fanciulle dovrebbero conoscere e che le madri sono invitate a revisionare in se stesse. 

Come dimenticarla? Parlo di lei, Pippi Calzelunghe (Pippi Lasgstrump). Inventata (se così si può dire di un personaggio siffatto, probabilmente arrivato con grandi feste e fuochi d'artificio nella mente della scrittrice Astrid Lindgren) nel 1945 eppure ancora vivacissima e più che attuale.


Parlando di rosse, non trascurerei Merida (Disney-PIXAR), la Ribelle dei cartoni animati, immagine perfetta di giovane amazzone, un po' Artemide-Diana, sulla quale già molto è stato scritto. 


Vi ho incollato qui sopra un link - tratto dal Blog comunicazionedigenere.wordpress.com - relativo al film "Ribelle - The Brave", ovvero Ribelle la coraggiosa per aggiungere una traccia di pensiero, se vi va, alla quale aggiungo alcune considerazioni.

Con il mio bambino di quattro anni ho goduto il film di cui sopra per tre volte, tra un biscotto e una tazza di latte. La storia piace molto anche a lui che femmina non è ma sta già cominciando ad apprezzare un certo tipo di bambina e di fanciulla: la tipa sveglia, vivace, monella come lui. La sua proto-Anima non sembra essere del tipo principessa melensa e svenevole, interessata alle bambole, quanto piuttosto quella che si dedichi con lui alle piraterie. Io annoto e mi aspetto eventuali sviluppi sulla linea oppure no. Chi lo sa. Magari perderà la testa per una che lo trascinerà ad acquistare accessori all'ultimo grido da un non-luogo all'altro. Che tristezza. Sopravviverò, dai. Oppure per una che gli chiederà di dominarla come la grigia protagonista del grigio film sfumato in grigio. Adesso non è dato sapere. Come ogni mamma, io spero nella sua felicità e nella bontà della sua futura scelta mentre, per il momento, gli lascio fare il piccolo supereroe che cerca la propria forza dentro se stesso e ogni tanto tra le mie braccia.

Concentriamoci sul film. Merida è un'adolescente con la forza pippicalzelunghesca della femmina indipendente. Rossa e focosa, rifiuta le regole imposte dalla madre, Regina mirante alla "perfezione". 
Se la perfezione va bene per la madre, non è detto che sia l'ideale per la figlia, per le figlie, per le giovani donne. L'ideale di Merida è infatti la scelta individuale. L'individuarsi, però, richiede non soltanto il distacco dall'Uroboro Materno sulla strada della donna (nell'accezione dello psicologo analista Erich Neumann) ma il successivo riconoscimento della somiglianza, senza per questo subire la stessa identica storia di vita. 

Merida e la madre dovranno confrontarsi con la reciproca Ombra: la Grande Madre Orsa e lo spirito distruttivo, l'Orsa maggiore e la minore essenza indomita che non accetta compromessi mentre ogni relazione duratura e matura - e quale relazione è più duratura di quella tra genitori e figli? - deve arrivare a decidere i propri limiti ma anche le possibilità. 
L'Ombra non è solo per madre e figlia. Il Grande Orso e il padre dovranno guardarsi negli occhi, riconoscere lo stile di potere differente - totalizzante ed esclusivo, contro la fratellanza, oppure affettivo e aperto anche al potere degli altri. 
Non voglio addentrarmi nella trama perché immagino che qualcuno tra i lettori non abbia ancora visto il cartoon. Vi rinvio alla pellicola ma aggiungo ancora una considerazione relativa al fatto che Merida, la principessa Ribelle, non ha bisogno di un compagno da sposare. Potremmo dire che la giovane non ha ancora voglia di scegliere, non si è ancora innamorata, non ritiene fondamentale avere un fidanzato per essere felice... Tutte caratteristiche che faranno di lei, si spera, una donna libera anche quando, se ne avrà voglia, deciderà di scegliere, si innamorerà, riterrà interessante sperimentare una relazione e magari, perché no, vorrà impegnarsi nel tempo con un altro-da-se-stessa. 

L'ultima questione, soprattutto, richiede l'accettazione della necessità, sì, di saper mettere da parte l'orgoglio, di scendere a volte allegramente a compromessi, di lasciare spazio ai desideri altrui quanto ai propri. Faccende che nel film la giovane COMINCIA ad imparare mettendo in ordine il rapporto con la madre, ricucendo gli strappi, amando la Grande Orsa. 

Valeria Bianchi Mian
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